COMUNITÀ' mamma bambino "casa in-con-tra" a padova
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di Sabrina Silvestri (estratto della tesi)
Casa Famiglia In-Con-Tra è una comunità educativa accreditata che accoglie madri con i loro figli e gestanti che stanno vivendo una situazione di difficoltà, in collaborazione con il Servizio Sociale di residenza del nucleo.
Questa realtà sociale ha sede in una casa, all’interno di un quartiere residenziale della zona est della città di Padova. S’inserisce tra i Servizi di accoglienza di tipo residenziale del territorio veneto con iscrizione al registro delle Associazioni del Comune di Padova.
Fondata da una associazione di volontariato, è nata negli anni ’80 con altro nome, e con lo scopo di sostenere la genitorialità e le famiglie in difficoltà. Con gli anni si è concretizzata nella gestione di una casa di accoglienza per le mamme in difficoltà e per i loro bambini. E' cresciuto poi il bisogno di sostegno per i nuclei madre-bambino e così il Comune di Padova ha proposto la gestione di un’ex-scuola, che, ristrutturata, nei primi anni 2000, è diventa la sede della comunità.
Nel 2007 la situazione politico-economica del contesto padovano, a causa della contrazione delle risorse economiche, mette in discussione i criteri di assistenza alle famiglie e la comunità è costretta a chiudere per un anno. Viene riaperta l’anno successivo a fronte di una forte volontà da parte dei soci e dei volontari di proseguire la mission che ne aveva ispirato l’inizio: è l’occasione per rinnovare gli organi amministrativi e per proporre ai Servizi invianti una nuova modalità di accoglienza.
La scelta effettuata è quella di proporre un servizio sempre più professionale, di stile educativo, a fronte della mutata situazione delle richieste di accoglienza. Gli invii, infatti, si riducono di numero ma ne aumenta la complessità e i servizi richiedono sempre più una presa in carico di tipo professionale ed educativo. Si forma e si sviluppa da allora un’èquipe multi-professionale, in continua evoluzione, ispirata ad una chiara impronta pedagogica, sostenuta dal 2010 dalla Cooperativa Con-Tatto che ha portato a Casa In.Con.Tra lo stile e la metodologia dell’educazione attiva, non solo come teoria ma anche come pratica nella gestione quotidiana del percorso di accoglienza[1].
L’ORGANIZZAZIONE
La mission della Cooperativa è rivolta al privilegio e alla promozione dell’agio, cioè delle risorse sempre presenti, e si occupa di programmazione, progettazione, supervisione, gestione, consulenza per Servizi educativi, formativi e socio-sanitari e anche di formazione degli attori territoriali (genitori, insegnanti, educatori, animatori, assistenti sociali, infermieri, figure socio-assistenziali e socio-sanitarie, gruppi informali, gruppi formali, associazioni, Enti, Istituzioni, Servizi socio-assistenziali, Servizi socio-sanitari) nell'ottica della promozione del benessere e della salute dei diversi territori.
Casa In.Con.Tra pone, pertanto, al centro del proprio operato la persona in quanto soggetto di educazione permanente, attraverso gli atteggiamenti di accoglienza, relazione, ascolto e promozione dell’empowerment. Viene rivolta un’attenzione particolare ai tempi, agli spazi, alla presentazione delle attività, alle modalità di comunicazione, dove la direttività c’è solo se strettamente necessaria, in vista della promozione di un’adesione e di un’interiorizzazione delle regole per una reciproca e rispettosa convivenza[2].
Gli spazi della casa sono suddivisi in spazi personali e comunitari. La casa ha una capacità di accoglienza di un piccolo numero di nuclei familiari, sette al massimo comprese le Pronte Accoglienze. Vengono garantiti il carattere di familiarità e la personalizzazione attraverso l’assegnazione di una camera per ogni mamma con uno o più bambini, o per ogni gestante, e almeno un servizio igienico ogni 2 ospiti adulti. È presente una cucina spaziosa per la preparazione quotidiana dei pasti, normalmente consumati all'interno della sala da pranzo della comunità, e una lavanderia ad uso personale.
La casa è in grado di rispondere soprattutto alle necessità del lavoro educativo, potendo contare su adeguati spazi comuni. Anche le pareti e i corridoi della casa sono diventati spazi “vivi”, grazie ai quadri e ai dipinti in essi predisposti ad altezza di bambino, permettendo l’accoglienza da parte dell’adulto dei bisogni espressi dal bambino attraverso la narrazione. C’è anche un bagno attrezzato per persone con disabilità.
Permettere che una madre instauri una buona relazione col proprio figlio richiede tempo ed è condizionato da molti fattori: dal modo in cui la madre è accolta e vive all'interno della comunità e da come sarà accolta dal gruppo delle altre donne; da come gli educatori si rapportano a lei e da quanto essi sono in grado di accettare il suo mondo; dalla presenza di riferimenti affettivi esterni alla comunità stessa.
È proprio per questo che nella casa si opera per assicurare un ambiente accogliente e familiare agli ospiti, incoraggiando le relazioni sociali, all'interno e con l’esterno, organizzando la giornata e le attività tenendo in considerazione le esigenze e i ritmi di vita di ciascuno (es. possibilità di riposo, possibilità di avere dei momenti individuali, possibilità di partecipare alle attività organizzate, ecc.). Tale possibilità viene assicurata a tutti gli ospiti in eguale modo, nel rispetto comunque degli spazi, ritmi e arredi destinati agli altri ospiti; creando momenti di verifica, anche quotidiani, sul “clima” all'interno della casa con particolare attenzione a favorire l’instaurarsi di un contesto relazionale e di cura caratterizzato da familiarità e affettività.
Poiché la permanenza in comunità è un momento importante ma temporaneo, di passaggio, e poiché occorre creare le condizioni per portare il nucleo familiare all'autonomia, uno degli obiettivi diventa quello di stabilire i rapporti con il mondo esterno per far sì che la problematica della madre sola venga assunta a diversi livelli, dagli operatori sociali alla scuola, al datore di lavoro, al vicino di casa, per arrivare a una risposta non più assistenziale ma del contesto sociale nel suo complesso.
A Casa In-Con-Tra viene dedicata cura e attenzione non solo alle relazioni interne alla casa, ma anche a quelle che si vengono a creare con i vari attori del territorio, in un’ottica di lavoro di rete. Perciò i residenti nel quartiere, le scuole, i servizi socio-educativi del territorio, i servizi sanitari, i servizi sociali, i volontari, le altre associazioni di volontariato che operano nel territorio, i servizi che si occupano della ricerca lavorativa e abitativa, le reti di connazionali e le famiglie di origine- quando presenti- sono tutti nodi di una stessa trama che, se cucita adeguatamente, diviene un valido contesto favorente la resilienza per la coppia madre e figlio una volta usciti dalla struttura.
Il gruppo di lavoro attuale di Casa In.Con.Tra si è formato recentemente, in seguito alle evoluzioni storiche della Casa, e vede la presenza degli educatori, degli operatori notturni, della psicologa, del pedagogista e del direttore, con una distribuzione di presenze femminili e maschili, che garantiscono la continuità relazionale con la loro presenza su turnazione nelle 24 ore. E’ attraverso il contributo delle diverse professionalità che agiscono nel servizio che, nelle riunioni settimanali d'equipe, si riesce a cogliere i diversi aspetti della realtà della madre e del bambino, accettando e comprendendo la complessità.
La funzione di coordinamento è prevista all'interno della struttura, con compiti di indirizzo e sostegno tecnico al lavoro degli operatori, di monitoraggio e documentazione delle esperienze, di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari. La supervisione a più livelli viene garantita dalla presenza del direttore, anche internamente al momento d'equipe, e dal supporto dato dalla psicologa. Una supervisione ulteriore avviene in situazioni particolari con l’apporto del pedagogista, consentendo una riflessione in termini pedagogici sui presupposti, e con uno sguardo ampio rivolto al complesso dell’istituzione e delle relazioni con gli altri attori territoriali.
Il nostro gruppo di lavoro può essere considerato ancora troppo giovane in merito alla predisposizione di strumenti e di metodi condivisi e consolidati che si rifanno ad un linguaggio comune: questa realtà sociale non può ancora essere considerata definita. Perciò dare spazio e costanza all'attività di formazione è, in questo momento, fondamentale per la crescita e la strutturazione dell'equipe e dei suoi singoli componenti, che devono configurare, costruire e perfezionare gli strumenti e i metodi propri di questa realtà sociale che è la comunità mamma bambino di Casa Famiglia In.Con.Tra.
[1] Tratto da un colloquio con un’educatrice professionale di Casa In.Con.Tra.
[2] Tratto da un colloquio con il direttore di Casa In.Con.Tra, nonché Presidente della Cooperativa Con.Tatto, Vice-Presidente dei Cemea del Veneto e Vice- Presidente della Federazione Italiana dei Cemea, di cui sono Presidente Clotilde Pontecorvo e Presidente Onorario Andrea Canevaro.
Casa Famiglia In-Con-Tra è una comunità educativa accreditata che accoglie madri con i loro figli e gestanti che stanno vivendo una situazione di difficoltà, in collaborazione con il Servizio Sociale di residenza del nucleo.
Questa realtà sociale ha sede in una casa, all’interno di un quartiere residenziale della zona est della città di Padova. S’inserisce tra i Servizi di accoglienza di tipo residenziale del territorio veneto con iscrizione al registro delle Associazioni del Comune di Padova.
Fondata da una associazione di volontariato, è nata negli anni ’80 con altro nome, e con lo scopo di sostenere la genitorialità e le famiglie in difficoltà. Con gli anni si è concretizzata nella gestione di una casa di accoglienza per le mamme in difficoltà e per i loro bambini. E' cresciuto poi il bisogno di sostegno per i nuclei madre-bambino e così il Comune di Padova ha proposto la gestione di un’ex-scuola, che, ristrutturata, nei primi anni 2000, è diventa la sede della comunità.
Nel 2007 la situazione politico-economica del contesto padovano, a causa della contrazione delle risorse economiche, mette in discussione i criteri di assistenza alle famiglie e la comunità è costretta a chiudere per un anno. Viene riaperta l’anno successivo a fronte di una forte volontà da parte dei soci e dei volontari di proseguire la mission che ne aveva ispirato l’inizio: è l’occasione per rinnovare gli organi amministrativi e per proporre ai Servizi invianti una nuova modalità di accoglienza.
La scelta effettuata è quella di proporre un servizio sempre più professionale, di stile educativo, a fronte della mutata situazione delle richieste di accoglienza. Gli invii, infatti, si riducono di numero ma ne aumenta la complessità e i servizi richiedono sempre più una presa in carico di tipo professionale ed educativo. Si forma e si sviluppa da allora un’èquipe multi-professionale, in continua evoluzione, ispirata ad una chiara impronta pedagogica, sostenuta dal 2010 dalla Cooperativa Con-Tatto che ha portato a Casa In.Con.Tra lo stile e la metodologia dell’educazione attiva, non solo come teoria ma anche come pratica nella gestione quotidiana del percorso di accoglienza[1].
L’ORGANIZZAZIONE
La mission della Cooperativa è rivolta al privilegio e alla promozione dell’agio, cioè delle risorse sempre presenti, e si occupa di programmazione, progettazione, supervisione, gestione, consulenza per Servizi educativi, formativi e socio-sanitari e anche di formazione degli attori territoriali (genitori, insegnanti, educatori, animatori, assistenti sociali, infermieri, figure socio-assistenziali e socio-sanitarie, gruppi informali, gruppi formali, associazioni, Enti, Istituzioni, Servizi socio-assistenziali, Servizi socio-sanitari) nell'ottica della promozione del benessere e della salute dei diversi territori.
Casa In.Con.Tra pone, pertanto, al centro del proprio operato la persona in quanto soggetto di educazione permanente, attraverso gli atteggiamenti di accoglienza, relazione, ascolto e promozione dell’empowerment. Viene rivolta un’attenzione particolare ai tempi, agli spazi, alla presentazione delle attività, alle modalità di comunicazione, dove la direttività c’è solo se strettamente necessaria, in vista della promozione di un’adesione e di un’interiorizzazione delle regole per una reciproca e rispettosa convivenza[2].
Gli spazi della casa sono suddivisi in spazi personali e comunitari. La casa ha una capacità di accoglienza di un piccolo numero di nuclei familiari, sette al massimo comprese le Pronte Accoglienze. Vengono garantiti il carattere di familiarità e la personalizzazione attraverso l’assegnazione di una camera per ogni mamma con uno o più bambini, o per ogni gestante, e almeno un servizio igienico ogni 2 ospiti adulti. È presente una cucina spaziosa per la preparazione quotidiana dei pasti, normalmente consumati all'interno della sala da pranzo della comunità, e una lavanderia ad uso personale.
La casa è in grado di rispondere soprattutto alle necessità del lavoro educativo, potendo contare su adeguati spazi comuni. Anche le pareti e i corridoi della casa sono diventati spazi “vivi”, grazie ai quadri e ai dipinti in essi predisposti ad altezza di bambino, permettendo l’accoglienza da parte dell’adulto dei bisogni espressi dal bambino attraverso la narrazione. C’è anche un bagno attrezzato per persone con disabilità.
Permettere che una madre instauri una buona relazione col proprio figlio richiede tempo ed è condizionato da molti fattori: dal modo in cui la madre è accolta e vive all'interno della comunità e da come sarà accolta dal gruppo delle altre donne; da come gli educatori si rapportano a lei e da quanto essi sono in grado di accettare il suo mondo; dalla presenza di riferimenti affettivi esterni alla comunità stessa.
È proprio per questo che nella casa si opera per assicurare un ambiente accogliente e familiare agli ospiti, incoraggiando le relazioni sociali, all'interno e con l’esterno, organizzando la giornata e le attività tenendo in considerazione le esigenze e i ritmi di vita di ciascuno (es. possibilità di riposo, possibilità di avere dei momenti individuali, possibilità di partecipare alle attività organizzate, ecc.). Tale possibilità viene assicurata a tutti gli ospiti in eguale modo, nel rispetto comunque degli spazi, ritmi e arredi destinati agli altri ospiti; creando momenti di verifica, anche quotidiani, sul “clima” all'interno della casa con particolare attenzione a favorire l’instaurarsi di un contesto relazionale e di cura caratterizzato da familiarità e affettività.
Poiché la permanenza in comunità è un momento importante ma temporaneo, di passaggio, e poiché occorre creare le condizioni per portare il nucleo familiare all'autonomia, uno degli obiettivi diventa quello di stabilire i rapporti con il mondo esterno per far sì che la problematica della madre sola venga assunta a diversi livelli, dagli operatori sociali alla scuola, al datore di lavoro, al vicino di casa, per arrivare a una risposta non più assistenziale ma del contesto sociale nel suo complesso.
A Casa In-Con-Tra viene dedicata cura e attenzione non solo alle relazioni interne alla casa, ma anche a quelle che si vengono a creare con i vari attori del territorio, in un’ottica di lavoro di rete. Perciò i residenti nel quartiere, le scuole, i servizi socio-educativi del territorio, i servizi sanitari, i servizi sociali, i volontari, le altre associazioni di volontariato che operano nel territorio, i servizi che si occupano della ricerca lavorativa e abitativa, le reti di connazionali e le famiglie di origine- quando presenti- sono tutti nodi di una stessa trama che, se cucita adeguatamente, diviene un valido contesto favorente la resilienza per la coppia madre e figlio una volta usciti dalla struttura.
Il gruppo di lavoro attuale di Casa In.Con.Tra si è formato recentemente, in seguito alle evoluzioni storiche della Casa, e vede la presenza degli educatori, degli operatori notturni, della psicologa, del pedagogista e del direttore, con una distribuzione di presenze femminili e maschili, che garantiscono la continuità relazionale con la loro presenza su turnazione nelle 24 ore. E’ attraverso il contributo delle diverse professionalità che agiscono nel servizio che, nelle riunioni settimanali d'equipe, si riesce a cogliere i diversi aspetti della realtà della madre e del bambino, accettando e comprendendo la complessità.
La funzione di coordinamento è prevista all'interno della struttura, con compiti di indirizzo e sostegno tecnico al lavoro degli operatori, di monitoraggio e documentazione delle esperienze, di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari. La supervisione a più livelli viene garantita dalla presenza del direttore, anche internamente al momento d'equipe, e dal supporto dato dalla psicologa. Una supervisione ulteriore avviene in situazioni particolari con l’apporto del pedagogista, consentendo una riflessione in termini pedagogici sui presupposti, e con uno sguardo ampio rivolto al complesso dell’istituzione e delle relazioni con gli altri attori territoriali.
Il nostro gruppo di lavoro può essere considerato ancora troppo giovane in merito alla predisposizione di strumenti e di metodi condivisi e consolidati che si rifanno ad un linguaggio comune: questa realtà sociale non può ancora essere considerata definita. Perciò dare spazio e costanza all'attività di formazione è, in questo momento, fondamentale per la crescita e la strutturazione dell'equipe e dei suoi singoli componenti, che devono configurare, costruire e perfezionare gli strumenti e i metodi propri di questa realtà sociale che è la comunità mamma bambino di Casa Famiglia In.Con.Tra.
[1] Tratto da un colloquio con un’educatrice professionale di Casa In.Con.Tra.
[2] Tratto da un colloquio con il direttore di Casa In.Con.Tra, nonché Presidente della Cooperativa Con.Tatto, Vice-Presidente dei Cemea del Veneto e Vice- Presidente della Federazione Italiana dei Cemea, di cui sono Presidente Clotilde Pontecorvo e Presidente Onorario Andrea Canevaro.
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